1945-2015: 70 anni giusti giusti. La fine della guerra e l’inizio della terza guerra mondiale (la guerra fredda che poi così fredda non fu). Fu combattuta e ha fatto le sue vittime ai confini degli imperi: in Corea, in Vietnam, nel Medio Oriente, nel Congo. E poi naturalmente furono fatte vittime la democrazia e la libertà nell’Est dell’Europa che proprio proprio periferia non è. Fukuyama parlò allora della fine della storia. Insomma per gli intellettuali americani la partita era chiusa. Il nuovo Ordine mondiale si sarebbe retto sull’egemonia benigna e illuminata di un solo paese, il loro naturalmente. Come una sorta di impero dei Sith nel quale domina la pace perché non c’è più nessuno da vincere. Venne quindi Bush senior che personificò questa sensazione. Vennero ingannati molti intellettuali anche del calibro di Samuel P. Huntington. L’illusione, perché è ovvio che di questo si trattava, svanì molto presto sotto Bush figlio, l’11 settembre 2001 con la guerra al terrorismo seguita dalla più nera crisi finanziaria del mondo: 2007. Con la crisi dell’occidente si è risvegliata Madre Russia che non ha mai gradito l’avanzamento a Est della NATO già dai tempi dell’intervento militare contro la Serbia nel 1999. Le tensioni di Mosca sono in primo luogo dettate dal fatto che l’occidente non si è mai accontentato di unificare la Germania ma bensì ha sempre cercato di accerchiare la Russia generando poi in diretta conseguenza la sindrome di accerchiamento che ha canalizzato i peggiori istinti dell’ “amicone” Vladimir Putin.
Hollande ha pronunciato “la guerre” , in alternativa al fallimento dei negoziati sull’Ucraina. Io quindi penso che Putin sia obbligato ad apparire aggressivo e che il prima possibile ci sia bisogno di abbassare i toni e di trattare con la Russia invece di offrire protezione NATO ai paesi dell’ex patto di Varsavia. La NATO così disarmata non è in grado di farlo, non lo vuole fare a differenza del passato, e ai paesi membri non conviene neppure.

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