Il mondo lo salvano i ragazzini, non gli adulti.
Questo più di mille altre cose aveva capito padre Puglisi. E che le belle prediche dall’altare contano poco se alle parole non viene fatto seguire il buon esempio e le azioni.
In quel paese ai bambini abbandonati alla strada la mafia garantisce un ruolo di rispetto, di successo economico e prestigio. Rispetto appunto. La mafia e nessun altro.[…]
Nessun altro a parte Padre Puglisi. Padre Puglisi prende i bambini che sono le nuove leve e la linfa vitale che la mafia usa per tramandarsi e li fa giocare, e attraverso il gioco fa capire loro che si può ottenere rispetto anche senza essere criminali semplicemente con le proprie idee e i propri valori.
Una rivoluzione, un’eresia insopportabile per la mafia che lo minaccia più volte e lo avverte a modo suo.
Don Puglisi di tutta risposta dall’altare si rivolge spesso ai mafiosi apostrofandoli con parole dure durante le omelie e a volte anche sul sagrato della Chiesa.
La prima sua battaglia fu per la costruzione di una scuola media nel quartiere per evitare che i ragazzini finissero nei tentacoli dell’organizzazione e non gli fu perdonato dalla mafia.
Il sacerdote si rivolse a tutti. Ma fu lasciato solo… lui come tutti quelli che si sono occupati seriamente di antimafia.
L’ultima sua lettere disperata fu scritta al Presidente Scalfaro.
Un anno è passato e nessuna risposta abbiamo avuto sul suo intervento che Ella ha sicuramente disposto[…]
La paura ha avuto il sopravvento e rivela ancora una volta l’assenza delle articolazioni dello Stato.
Il 15 settembre 1993, venne ucciso dalla mafia davanti al portone di casa intorno alle 20:45 in piazza Anita Garibaldi.