Forse è finita! E come sempre é una sorpresa.
Ma chi mi segue sul blog sa che sorpresa non é.
Consigliavo dunque allora qualche contromossa prima che l’inevitabile si realizzasse e che fosse troppo tardi. Si rischiava, dicevo allora , di non avere ne capra ne cavoli: di veder chiusi gli impianti , operai a casa e surnatante sotto.E prevedevo già i titoli sul giornale “Ormai è troppo tardi” , allora lo dicevo anche al sindaco Brioni in consiglio di
circoscrizione a seduta comune quando forse tardi non era. E, parrebbe essere finita proprio così. Veggenza o pura legge di Murphy? Credo semplice buon senso!
E così se la Ies se ne va lo fa dimenticandosi del problema ambientale, delle falde con buona pace del Tar che obbligava l’azienda ad assolvere i doveri imposti, estendendo l’area d’interesse anche e addirittura nel terreno limitrofo. Ma la chiusura degli impianti e la fuga da Mantova è sufficiente per sottrarsi alle responsabilità attribuite dai tribunali? Io credo di no.
Ma non è momento per le polemiche. Occorre una soluzione e il tema é, anche se non sembra subito, intimamente legato alla question del lavoro.
Il numero di persone che perderebbero il lavoro è 350 pare ! Pare: perché è un numero misterioso, secretato fino a ieri, un numero incerto e che nessuno mai mi ha saputo identificare con la dovuta precisione! Quando lo chiedevo in giro qualcuno diceva 1000, qualcuno diceva 500, qualche sprovveduto – secondo me 100 -, un altro 300, ed è quello che ci si è avvicinato di più (bravo Giuliano!).
Oggi finalmente sappiamo che sono 350! (E l’arrotondamento alla decina lascia dubitare che il numero sia preciso). Comunque quanti sono non ha importanza: a loro va tutta la nostra solidarietà. Da oggi – ma io dico da ieri, da l’altro ieri, tanto si sapeva come sarebbe finita, bisognerà pensare anche a loro e alle loro famiglie.
A questo si aggiunga che quando gli ungheresi sono subentrati hanno acquisito anche le prebende esistenti (sempre che non siano state illecitamente taciute) quindi gli obblighi di bonifica che secondo me sussistono tutt’ora. Quando un imprenditore acquista in via generale una società, rileva attivo e passivo, prebende incluse. E l’incauto acquisto non solleva dagli obblighi.
Tuttavia è anche ovvio che se costringiamo una società sola al risarcimento in toto significa penalizzarla troppo con costi esorbitanti che non sarebbe in grado di coprire e che quindi non coprirà mai. Dovremo, invece, dividere l’impegno finanziario pro quota in base al numero di anni di attività tra le varie società che si sono succedute dall’ ICIP, TOTAL, CAMELI, MOL.
Inoltre posto l’obbligo dei responsabili a bonificare, queste società potrebbero convertire e formare il personale esistente per questa bonifica: ripareranno il danno sicuramente con costi notevolmente inferiori e risolveremo per 20 anni il problema dell’occupazione. Lavoro vero, economia vera.
E poi infine c’è la questione politica: ultima, non per importanza però. Come le aziende anche la politica ha le sue colpe e le sue responsabilità che vanno valutate, non prese per assunte. Ma una volta individuate e verificate vanno colpite con provvedimenti sicuramente politici ma anche legali. O viceversa al di là della galera almeno si deve sapere chi dobbiamo ringraziare. E magari impedire che si candidi con sicura vittoria alle prossime amministrative…