Stanotte ho avuto un incubo, non so a quanti possa interessare ma ve lo racconto.
Ho visto Mantova come la Los Ageles del 2030. Ho visto una tangenziale a sei corsie sulla Valle delle Grazie. Ho visto un tunnel sotto il lago collegarla con un grande parcheggio da 2000 posti auto sotto piazza Virgiliana e al parcheggio struttura che è stato costruito in piazza Pallone a 8 piani, tanto alto da modificare lo skyline che ha reso famosa Mantova.
File interminate di automobili collegarsi con superstrade per l’Altomincio e il Garda. Milioni di tedeschi in fila al casello di Mantova Ovest, migliaia di persone al casello Mantova Est, e sulla sopraelevata passante sul Migliaretto (ancora senza aeroporto ovviamente) che collegava il centro storico allo svincolo Mantova Sud- Cerese. Code, traffico, smog, clacson impazziti .Poi finalmente mi sono svegliato tutto sudato e col cuore che batteva di paura: non devo mangiare pesante prima di addormentarmi. L’incubo è collegato all’ultima trasmissione su Telemantova (vedi post precedente.)
Facciamo un piccolo test mentale…a voi è mai capitato di voler andare in un posto e di non poterlo raggiungere per via del fatto che mancava la strada?
A me non è mai capitato. A voi non so.
Siamo pieni di strade c’è una fitta rete che invade il territorio già in maniera eccessiva. Io non capisco questa smania di costruire strade, o meglio la capisco solo dal punto di vista della speculazione edilizia.
Invece di costruire ancora si spendano soldi per manutenere quelle che già ci sono.
E’ impressionante la quantità di suolo occupato dalle vie di comunicazione e negli ultimi anni è aumentato a dismisura. Dovremmo ottimizzare le risorse e non permettere l’uso di ulteriore territorio. Eventualmente si può valutare di volta in volta il cambio di destinazione del territorio già usato. Questa limitazione è motivata dal fatto che questa forma di utilizzo del terreno ne esclude praticamente altre (agricoltura, selvicolutra, protezione della natura, ricreazione): costruire strade senza un limite logico significa rinunciare ad usare il terreno per altri scopi.
Sono concetti troppo semplici per essere recipiti anche da coloro che hanno a cuore solo gli interessi dei costruttori….altro che turismo.