Il califfato ha buttato giù dal letto i pacifisti che sono rimasti addormentati anche dopo aver sbattuto il muso per terra ai piedi del talamo. Non si sono levati infatti grossi cori contro “l’imperialismo del califfo”. Certo eravamo abituati a ben altre contestazioni quando l’impero era a stelle e a strisce. Sono sassolini che alla mia veneranda età ormai non dovrebbero dare nemmeno più tanto fastidio e invece ecco che li tolgo con una certa soddisfazione anche perché noi europei ci svegliamo sempre quanto ormai è tardi. Noi europei e in particolare noi italiani. Il falso pacifismo della sinistra e di parte del M5S, comunque il pacifismo trasversale, è, però, figlio del lungo periodo di pace post seconda guerra mondiale. Non sto pensando solo agli F35 ma a tutti i mancati investimenti sul settore militare che hanno di fatto ridotto le forze armate a null’altro che a una finzione. A un minimo bastante per fornire un contributo simbolico per le missioni di peacekeeping autorizzate dall’ONU. Per dire: ci siamo anche noi.
Naturalmente gli USA non hanno mai smesso di investire nel settore militare e ancora oggi conservano la migliore forza tecnologica ma… se consideriamo il valore relativo anche loro sono in calo rispetto alle crescenti forze esterne alla NATO e così hanno dovuto nel tempo scaricare sugli alleati regionali il costo e la responsabilità di interventi indispensabili.
Il risultato finale di questo funesto pacifismo è disastroso. L’Europa è disarmata.
Inoltre il disarmo è avvenuto nella maniera peggiore: La riduzione dei potenziali nazionali è completamente scoordinata e considera solo l’aspetto economico di mero bilancio e nessun aspetto strategico.
In questo spirito la maggioranza delle truppe americane stanziate in Europa è stata impiegata in teatri diversi, mentre i livelli di efficienza e di organizzazione militare dell’ Europa sono scesi sotto un minimo assolutamente inaccettabile.
Senza armi e munizioni USA, tutt’altro che gratis, l’Europa non avrebbe potuto portare a segno nemmeno la guerra contro la Libia. Un fatto che la dice lunga sui livelli delle scorte militari della NATO. Durante i preoccupantissimi giorni della tensione fra Ucraina e Russia la NATO si è scontrata con questa inefficienza che pone l’Occidente in quelle aree ben al di sotto della Russia di Putin.
Un’ improbabile, inverosimile guerra della Russia contro l’Occidente avrebbe probabilmente sbaragliato nel breve periodo le forze sul campo della NATO e sul lungo periodo sarebbero bastati gli effetti dell’embargo da gas naturale per l’inverno più rigido della storia ( sic?) sulle economie occidentali…
Archiviato così con coda tra le gambe lo scontro con Putin, è entrato in scena l’altro fronte. La jihad. Quanto fa tremare questa parola… spietatezza, lunghezza del conflitto, impossibilità di ricondurre il nemico in situazione di doversi arrendere e guerra di logoramento che dura secoli.
Oggi però è diverso in peggio. Sarebbe diverso in meglio se il conflitto fosse unicamente alla frontiera dell’Europa ma il conflitto è un conflitto che abbiamo in casa per la presenza fra le forze dello Stato Islamico di migliaia di mussulmani europei di seconda e di terza generazione.
Quindi svegliati dal sogno pacifico e buttati al tappeto del letto con brutale realtà dobbiamo rialzarci alla svelta come Europa, verificare le lacune e ricostruire la difesa militare e la difesa interna che siano in grado di essere all’altezza della sfida del nuovo millennio.
Stavolta col silenzio dei pacifisti della domenica si potrà forse farlo in maniera sufficientemente veloce.