Risiko-1Le mosse sulla carta da ” Risiko senza dadi ” giocate da Putin non brillano di particolare novità strategica. L’abbiamo già visto in Georgia. L’impero vuole restaurarsi e per farlo ha bisogno di stati cuscinetto al confine. Muovere carri armati, fare dichiarazioni di fuoco e sperare nella mossa sbagliata dell’avversario, cioè sperare che sotto la pressione dell’accerchiamento, l’avversario si comporti in maniera irrazionale, fornendo un pretesto per intervenire e invadere.

In politica, anche internazionale, non esistono mai i vuoti di potere così le dichiarazioni occidentali seppur importanti per condannare il comportamento in sé, non impensieriscono Putin e le sue mire espansionistiche.  Con  l’avvenuta invasione la Russia è una minaccia per la pace mondiale e  l’occidente è completamente inerme e debole. Obama ha perso potere con la pessima figura in Siria e l’Europa ha perso potere con una crisi economica e una crisi di legittimità politica, entrambe, senza precedenti. Anche  l’ ONU è inerme perché l’ organismo competente, il Consiglio di Sicurezza,  è bloccato dal potere di veto di uno dei membri permanenti che, oggi, è parte in causa. Certo potrebbe intervenire in questo caso l’assemblea generale che non è soggetta a poteri di veto e decide a maggioranza semplice (art.18 della Carta) ma l’assemblea, come è noto ha solo il potere di fare raccomandazioni riguardo ad una controversia al Consiglio di Sicurezza che è il vero competente in caso di crisi che minacciano la pace.

E’ incerto se  l’assemblea abbia il diritto di fare raccomandazioni che implichino l’uso della forza qualora si renda necessario e il Consiglio di Sicurezza sia bloccato dal meccanismo del veto. Indicazioni in tal senso sono state date dalla risoluzione 377 . La questione comunque è difficilmente sostenibile perché appare chiaro dai trattati ma anche da come è organizzato l’ONU  che l’ottica e la volontà era quella di fare si che il Consiglio di Sicurezza avesse competenza esclusiva ad utilizzare la forza e che il diritto di veto da parte delle cinque grandi potenze fosse istituito per impedire di utilizzare la forza contro una delle grandi Potenze. Su questo non c’è dubbio.  E anche volendo interpretare la Carta nel senso di porre una sorta di responsabilità per l’uso consapevole del proprio potere di veto, sembra oltremodo inverosimile che la Russia non si opponga a una risoluzione che  la  vede coinvolta come destinataria di ritorsioni militari e non. ONU fuorigioco dunque!

La Russia non è l’Unione sovietica e non possiede più quella impermeabilità alle decisioni di cui godeva la dittatura, ma, se pure questo è vero, Putin comunque ha corso il rischio dell’intervento di fronte a un’Europa fragile e senza alcuna unità politica. In altre parole un’ Europa che insieme all’ ONU è fuorigioco. In assenza di altre forze toccherà, ancora una volta e suo malgrado, al presidente Obama difendere il progetto europeo e impedire alle mire espansionistiche russe di prendere il sopravvento. Un clima da guerra fredda sta facendo svanire i sogni europei di una pace perenne e la terribile profezia marxiana di una guerra definiva alla fine della  grande crisi del capitalismo sembra, oggi, essere più reale. In passato grandi statisti della Storia, tutto sommato illuminati, sono sempre riusciti a evitare il peggio, inventando  nuove soluzioni creative e di pace. Ma oggi, nell’epoca della  grande crisi economica e dei valori, abbiamo disponibilità di uomini sufficientemente grandi e responsabili?

 

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