L’Italia non è la Grecia. L’Italia è la terza potenza per PIL nell’ UE. Se crollasse l’ Italia, crollerebbe l’Europa e questo nemmeno Francia e Germania se lo possono permettere. E a dirla tutta, nemmeno gli Americani se lo potrebbero permettere, e a dirla ancora più lunga, nemmeno i Cinesi.
Dunque, diventa più plausibile un ingresso molto aggressivo della Cina nella nostra economia. Forse il più aggressivo e pesante che si possa pensare.
L’acquisto, da parte della Repubblica Popolare Cinese, del debito Italiano.
La cosa è preoccupante perché come sanno i contadini, che di economia ne sanno forse più di tutti, quando uno compra il tuo debito, compra la tua vita. E dunque non saranno improbabili scalate cinesi sulle maggiori compagnie pubbliche italiane Enel e Eni, oltre che la richiesta di un azzeramento delle procedure anti-dumping contro la Cina stessa.
A dimostrazione insomma che anche i Popolari Cinesi hanno imparato, e bene, le lezioni di economia di mercato spinto fornite dall’imperialismo americano.
Io dicevo queste cose già all’università, 6 anni fa, e ne parlavo con la mia amica-collega di studi slovena.
Lei dimostrava di non preoccuparsi molto perché, in fondo, ad un imperialismo americano avrebbe preferito e meglio sopportato un imperialismo cinese: i cinesi sono più buoni, diceva, lavorano tanto e si accontentano di qualche granello di riso.
Sarà, ma io mi sento più americano e dissento totalmente, sarà un mio limite, sarò razzista ma mangio più volentieri l’hamburger che non la zuppa di cetrioli e il riso fritto fritto fritto, e poi non ce la farei mai a imparare quella lingua. Io sono, insomma, figlio della mia civiltà ed è un fatto che anche gli amici cinesi devono accettare.
La nostra economia, tuttavia è giunta a un picco storico, un picco che sa di limite, che devo ammettere, Marx aveva in un certo senso predetto.
Tuttavia c’è una speranza in noi giovani,: dobbiamo cominciare al più presto a dar vita alla nuova economia che probabilmente sarà , e lo spero, di proporzioni cosmiche e storiche in grado di fagocitare l’economia cinese e americana. Mi riferisco alla economia verde.
E lo scrivo in Italiano per cominciare quest’opera di risanamento anche culturale.
Il risanamento del pianeta sarà fonte di lavoro e ricchezza per le generazioni future per decenni a venire.
C’è n’è da fare davvero tanto, c’è lavoro per milioni di persone e per milioni di ore.
Aggiungi che il risanamento del pianeta produrrà un’ economia vera basata su benefici veri, altro che bolle finanziarie, beniefici veri e tangibili in grado cioè di condizionare positivamente anche i paesi emergenti che si convinceranno che la nuova economia è più ricca e più sicura di quella vecchia. Dunque è li che dirigeranno le loro ambizioni per ottenere uguale beneficio o addirittura miglior beneficio: dando vita a un circolo virtuoso che è una vera, forse l’unica vera, speranza.