Abbiamo ragione noi. Il fatto di trattenere o di processare i marò in India viola il diritto internazionale. Per i due marò vale naturalmente l’immunità prevista dalle consuetudini. Non c’è dubbio che i marò eseguivano ordini dello Stato connessi con l’esercizio delle loro funzioni e quindi qualsiasi illecito va contestato allo Stato e non personalmente ai marò. Dunque non rileva affatto se il tutto sia avvenuto in acque internazionali (come sembra) o se sia avvenuto in acque territoriali. Non importa per nulla. L’unica contestazione che l’ India potrebbe sollevare è che l’illecito sia avvenuto senza autorizzazione dello Stato Italiano ma questo appare difficilmente sostenibile visto che i marò erano armati e in divisa.
Questo è il punto dirimente come si dice nei tribunali. Quindi l’Italia se avesse credibilità politica e peso internazionale, ma questo è un’altra questione, farebbe benissimo a iniziare contromisure contro l’India tra cui l’interruzione dei rapporti diplomatici e commerciali come prima cosa, international rebuke, e l’apertura di una commissione di inchiesta o di arbitrato internazionale, inoltre dovrebbe portare l’India davanti al tribunale internazionale del mare previsto dalla Convenzione Onu. Tutto è dalla nostra parte, credo, persino la prassi che vale moltissimo nel diritto internazionale più che in ogni altro tipo di giurisdizione. Come non ricordare la Strage del Cermis: il disastro aereo avvenuto a Cavalese il 3 febbraio 1998, nel quale un aereo militare statunitense tranciò il cavo della funivia del Cermis, in Val di Fiemme, causando la morte di 20 persone. Il caso ha molti punti in comune con quello indiano ma i piloti furono giudicati negli Usa.
Nel caso indiano l’Enrica Lexie, spontaneamente eseguiva l’ordine di rientrare al porto di Kochi. Su questo punto si deve fare chiarezza prima di intraprendere le dovute contromisure internazionali. Chi ha dato l’ordine? Con quale autorità? Quali interessi erano in gioco? Perché è stato eseguito l’ordine di rientrare senza aver subito l’uso della forza?
Un po’ di credibilità politica e di mestiere forse non guasterebbero nel nuovo governo, vedremo se la Federica Mogherini con la sua tesi sull’Islam politico, avrà il carisma e la taratura necessari per far valere le ragioni italiane.