A guardare le facce impaurite dei servi del Caimano sembra proprio sia finita. A guardare lui non lo si direbbe anzi a essere sinceri, se non si sta attenti, è ancora in grado di incantare. Di farsi passare per l’unica soluzione alla crisi economica, il deus ex machina, l’unico campione contro lo strapotere della Merkel e contro i complotti internazionali. Per un attimo ancora ho avuto la sensazione potesse ancora convincere, potesse ancora far breccia nella parte più oscura delle paure della gente. Solo per un attimo però. Invece la verità la si legge negli occhi spaventati dei suoi cortigiani che lasciano traspirare effluvi di delusione e scoraggiamento.
Ma siamo solo al secondo giorno e, come sappiamo ogni duemila anni un Silvio da Arcore risorge solo il terzo.
Perché l’abbiamo già vista e non ci vogliamo fare troppo illusioni. Perché Berlusconi era già “finito” in almeno due occasioni, era ridotto a uno zombie politico e imprenditoriale. Nel 1996 i giornali discutevano di chi lo avrebbe sostituito alla testa della destra, e quando – l’indebitamento avrebbe travolto le sue aziende e di quando sarebbe finito in galera. Erano in dubbio i tempi forse ma non il fatto che prima o poi sarebbe andata così.
Il PD lo ha letteralmente risuscitato, a forza di bicamerali e accordi sottobanco. E allora, forse, l’anomalia in questo paese non era Berlusconi, ma proprio il PD che ne ha permesso la degenerazione e la sua conservazione incontrastata del potere. I vuoti di potere non esistono e Berlusconi ha semplicemente riempito il vuoto spinto, culturale e morale, della Sinistra. E guarda caso è caduto proprio quando nel parlamento un terzo dell’emiciclo non era PDino e nemmeno del PDLino. Forse nei libri di storia si scriverà che questa è stata la vittoria più grande della Rete e del Movimento 5 stelle.