La politica è una cosa seria. Non voglio perdermi in chiacchiere retoriche ricordando filosofie dell’antica Grecia. Se sia o no l’arte più elevata,ecc. ecc., io non lo so, non ne sono estremamente convinto ma di sicuro è una cosa difficile, seria, che richiede impegno e dedizione. La politica non è vanità personale ma un servizio. E io l’ho sempre vissuta così: non mi sono mai messo la cravatta e ingellato i capelli per andare a un incontro politico. Ho sempre portato cartelle piene di carte e idee e su quelle mi illudevo di essere giudicato. Nasce invece come frutto del berlusconismo (che sopravviverà ben oltre Berlusconi) la poltica da Club Life, da Billionaire. Una politica che si fa nei palazzi alla corte del Re, dove il potere è inversamente proporzionale alla distanza dal Principe. I riferimenti storici non mancano e sono noti a tutti. Una distanza dal Re metrica e non cognitiva. Perché il pensiero non serve, è controproducente ai disegni del Sovrano, anzi di più: viene allontanato e frastornato dal subwoofer e dai drink coloratissimi.
Chi l’avrebbe detto che la fine della Politica sarebbe stata sotto le note remixate di Sean Paul. ( nella foto : all’ingresso della Cena con i giovani organizzata da Daniela Santanche)
