E così oggi è il gran giorno. Oggi la giunta del Senato della Repubblica decide sulla decadenza di Silvio Berlusconi. E Berlusconi ha ancora poco tempo per dimettersi da solo e fare una dignitosa uscita di scena. Uno statista, quale Berlusconi ha sempre creduto di essere (ecco il vero problema di circondarsi di Cicchitto, Bondi, Gasparri, Santanché, Verdini, Capezzone) uscirebbe di scena […] alla meno peggio, smettendo di negoziare sulla base del ricatto, e chiuderebbe il ventennio berlusconiano con un annuncio dignitoso.
Mancano poche ore, l’attesa è vicina. E c’è da aspettarsi che il Caimano vero superi di gran lunga in indecenza il Caimano di Nanni Moretti, facendo scempio della dignità politica dell’ Italia già in bilico in Europa e nel mondo, vd. Wikileaks.
Una cosa è certa, quale che sia la sentenza politica, il nostro è finito politicamente per il fatto che ha ceduto all’ultimo sulla sfiducia a Letta. Ha cercato di evitare l’isolamento, cambiando all’ultimo dopo aver tuonato contro il presidente del consiglio ( e il capo dello Stato) .
E alla fine, l’ultima menzogna. C’è sempre un’ ultima menzogna alla fine di un regime. Come quando i generali di Saddam Hussein dichiaravano di avere sconfitto il nemico al confine e che lo stesso nemico in rotta chiedeva di trattare per una tregua incondizionata. Un’ultima menzogna per resistere inutilmente fino all’ultimo secondo.
L’ultima menzogna è stata che la marcia indietro su Letta non era, secondo Berlusconi, una marcia indietro ma una scelta dettata dalla responsabilità e per il bene del paese. Che spettacolo ripugnante.
Come ripugnante spettacolo, a dire il vero, è stato anche il modo con cui parte dei suoi l’hanno scaricato all’ultimo. Ora il Paese, vista la latitanza del PD, è nelle mani del M5s che deve porre al governo condizioni assai severe prima che Berlusconi, uomo dalle mille risorse (l’ho si è visto) possa magari rianimarsi e presentarsi non-vivo, sbavante, occhi sbarrati, bocca aperta e a vestiti stracciati urlando mostruosità e versi dell’ oltretomba.