Non banalizziamo sulla questione del rigonfiamento nelle tessere del PD. Beppe Fioroni invita Renzi a riflettere, “non minimizzi, non banalizzi”. “In questo caos – sottolinea Fioroni – Renzi è coinvolto da attore principale come candidato favorito” per la segreteria. Ma un conto sono i brogli elettorali, quando pure interni a un congresso, e un conto è la corsa alle tessere che è tipica di un congresso serio senza esclusione di colpi.
Può anche essere che la mia moralità sia stata fatta a pezzi nella mia infanzia dai messaggi subliminali nascosti tra i Puffi e Bim Bum Bam. Può essere, chi può dirlo? Ma mentre ritengo alcune cose o persone intollerabili, ci sono alcuni aspetti della politica che non mi hanno mai scandalizzato e non lo faranno mai.
Uno di questi è la battaglia congressuale fatta di tessere. Può sembrare brutto, può non essere considerato un aulico confronto democratico ma allora se si porta tutto a un livello etico bisogna definire prima cosa è bene e cosa è male. E questo non può essere assoluto, a pena di non finire nell’ideologia ma deve essere sempre considerato in base all’utilità.
E’ bene tesserare, è bene contarsi, è bene decidere il leader a maggioranza? E’ bene gonfiare i partiti di tesserati fittizi che poi votano solo per clientela, in cambio di favori? E magari senza poi nemmeno chiedere, volere o poter partecipare all’attività interna di un partito?
No, è chiaro che non va bene. Ma al di là del fatto che il tesseramento aggressivo sia o meno una processo desiderabile resta da dire che io non ci vedo nulla di immorale.
Non l’ho mai visto come una cosa moralmente indecente ne come un atto di disonestà. Questa mia opinione suscitava scandalo anche in seno ai partiti in cui ho militato e sono stato stigmatizzato per questo. Per me era invece era importante mantenere una libera e corretta competizione uguale in partenza e eventualmente fatta di veri accordi politici sui temi e sulla linea politica da seguire. Una volta che le regole sono uguali per tutti e che tutti le condividono quale che sia il mezzo per scegliere il rappresentante è solo una questione marginale.
In un certo periodo nell’antica Grecia estraevano a sorte le cariche. E’ un metodo come un altro. E’ un merito democratico non solo perché la democrazia è nata lì. E’ un metodo democratico perché si basa sul consenso di tutti, perché non privilegia nessuno e perché tutti possono legittimamente ambire alla carica. Per gli stessi motivi anche il metodo del tesseramento è un metodo corretto. E aggiungerei anche in una certa misura meritocratico.
Insomma può non piacermi del tutto ma non mi scandalizza e non mi fa gridare all’incesto.

E poi diciamolo non esiste al momento nessun altro sistema che non sia la legge della giungla e questo concetto da solo basterebbe a giustificarne l’applicazione.

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